LA SPECIFICITA' FANTASMA: QUANDO IL CALENDARIO CELEBRA CIO' CHE AI REPARTI VIENE NEGATO
11 Dec 2025
Editoriale a firma di Vincenzo Piscozzo, Segretario Generale USIF
La presentazione del calendario 2026 della Guardia di Finanza, “Tre colori, un mondo”, è stata raccontata come un momento di orgoglio, di identità e di rinnovamento. Un anno simbolico, quello del 25º anniversario della Polizia Economico-Finanziaria, narrato attraverso l’arte e la fotografia d’autore di Massimo Sestini, con l’eleganza visionaria dell’Agenzia Armando Testa.
Un prodotto potente, emozionale, capace di descrivere la nostra missione con immagini che parlano più delle parole.
Eppure, ed è qui che nasce la frattura, ciò che il calendario esalta, nei Reparti muore.
La celebrazione si ferma sulla carta
La polizia economico-finanziaria, che nel calendario appare come il cuore pulsante della Guardia di Finanza, nella quotidianità dei nostri colleghi si dissolve tra vincoli di bilancio, storture normative e una mancata valorizzazione che offende, prima ancora che demotivi.
La legge, e la comunicazione ufficiale, ci definiscono forza di polizia economico-finanziaria.
Ma quando si tratta di riconoscere realmente questa specificità, tutto diventa improvvisamente più complicato.
Lo schiaffo ai colleghi
Lo abbiamo visto con chiarezza sul tema dell’indennità di polizia tributaria.
Un’indennità che, per anni, è stata concessa con un criterio soggettivo inspiegabile e ingiusto: non contava solo il servizio svolto, ma la collocazione organica del militare. Grazie al nostro intervento, durante l’ultimo rinnovo contrattuale, siamo riusciti a eliminare quel requisito soggettivo, restituendo dignità a una platea più ampia di colleghi.
Un risultato importante, sì.
Ma che lascia comunque l’amaro in bocca.
Perché se esiste una polizia economico-finanziaria, come ci viene ricordato nelle cerimonie, nei comunicati e ora persino nel calendario, allora per quale ragione la polizia economica non deve essere premiata come la polizia finanziaria?
Uno scetticismo che nasce dalla realtà
La Guardia di Finanza è un Corpo trasversale, poliedrico, complesso:
controllo del territorio, sicurezza, fiscalità, investigazioni economiche, tutela del mercato, ambiente, frontiera, mare, concorso alla sicurezza pubblica.
Una ricchezza professionale straordinaria.
Che però non può diventare un terreno per creare disparità interne.
Pensiamo ai colleghi impegnati nel controllo del territorio: svolgono servizi analoghi a quelli dell’Arma dei Carabinieri e della Polizia di Stato, con lo stesso livello di rischio, impegno e responsabilità.
Eppure, continuano a essere penalizzati sul piano dei riconoscimenti.
Una contraddizione che nessun tecnico, nessun dirigente e nessun collega potrebbe giustificare.
La lettura psicologica: quando l’identità ufficiale non coincide con la realtà
Quando un’organizzazione racconta una cosa (ad esempio la polizia economica) e non fa nulla di concreto per riconoscere pari dignità economica ai colleghi, genera stress, disillusione e perdita di appartenenza.
È ciò che sta accadendo nella Guardia di Finanza.
La narrazione istituzionale afferma: “siamo polizia economico-finanziaria”.
Ma l’esperienza del finanziere dice: “questa specificità non viene valorizzata”.
È un cortocircuito identitario.
E ogni corpo di polizia vive, prima che di mezzi, della solidità psicologica dei suoi uomini.
La lettura sociologica: una specificità che non deve dividere
Da un punto di vista sociologico, un sistema di indennità incoerente produce fratture interne, senso di ingiustizia e inutili competizioni tra settori che dovrebbero invece cooperare.
La Guardia di Finanza ha bisogno di coesione, non di compartimenti stagni.
Ha bisogno di riconoscimenti equi, non di premi che creano gerarchie artificiali.
Il futuro tavolo contrattuale: basta soluzioni parziali
Tra poco si aprirà il nuovo tavolo contrattuale. USIF arriverà con un documento programmatico costruito ascoltando la base, i Reparti territoriali, i Nuclei Pef, gli amministrativi, i Reparti specialistici, le esigenze reali del Corpo.
Il nostro obiettivo è chiaro: *ricostruire la coesione interna perché tutti svolgono un servizio essenziale*.
Una valorizzazione che non lasci indietro nessuno.
A parità di dignità, a parità di servizio.
Perché ogni settore è importante.
Ogni collega è importante.
Ogni funzione è essenziale per la sicurezza del Paese.
Un auspicio che deve diventare impegno comune
Se davvero vogliamo dare un significato concreto ai 25 anni della polizia economico-finanziaria, non possiamo limitarci alle celebrazioni o alle immagini suggestive del calendario.
Serve un passo in avanti.
Un passo di responsabilità.
Ed è per questo che il nostro auspicio, forte e chiaro, è che anche l’Amministrazione, insieme alle organizzazioni sindacali e rappresentative, compia uno sforzo autentico per sostenere e perorare le cause a tutela dei colleghi.
Perché celebrare è importante.
Riconoscere è doveroso.
Agire, insieme, è indispensabile.
Solo così saremo davvero all’altezza della nostra storia e del mandato che il Paese ci affida.
Vincenzo Piscozzo











